Di solito quando un romanzo non mi piace cerco comunque di trovare almeno un lato positivo che mi faccia capire di non aver perso tempo e soldi, ma con Madonna Nera ho fatto una fatica immane per arrivare a pagina 155 su 237 per poi dichiarare la disfatta con la coda tra le gambe e il morale a terra.
Le cose che a mio parere non funzionano sono in linea (molto) generale due, da cui derivano tutte le altre: la prima è che l'elemento horror nel senso stretto del termine non è pervenuto, in due terzi di libro c'è mezza scena di tensione (che a me non ha messo per niente tensione, la cosa più inquietante di questo libro è la copertina) e la questione è morta lì; la seconda è che il libro contiene delle gravi sviste lessicali e grammaticali che non mi spiego sinceramente. E non intendo dire che ci sono dei termini dialettali sparsi per il romanzo, quelli mi vanno benissimo, sono pochi e rendono l'ambientazione più solida e coerente. Intendo dire che non c'è un nesso logico tra le azioni dei personaggi e quello che dicono, anche perché ho trovato che quello che dicono spesso non ha un senso logico, rendendo la lettura straniante e creando intoppi allo scorrimento del romanzo (esempio banale che mi viene in mente su due piedi: due delle protagoniste a un certo punto si trovano a un funerale e una delle due commenta all'altra qualcosa sul fatto che la trova carina coi capelli sciolti e sul fatto che il lavandino di casa sta arrugginendo, per poi mettersi a parlare di danze macabre e affreschi ecclesiastici. Durante un funerale. Va bene...).
Quindi questo libro che poteva (e doveva) essere un ottimo horror a base religiosa (mi rendo conrto che non sia la cosa più innovativa di questo mondo, ma quanto meno poteva essere interessante vedere una storia di questo tipo trasposta in un'ambientazione italiana nella provincia pugliese) è l'ennesimo libro prodotto con lo stampino, senza un guizzo e senza una personalità, che alla fine non ti lascia niente di che.
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