lunedì 15 aprile 2024

"Mistborn: il campione delle ere". Sanderson che te posso di’?

The Hero of Ages: Book Three of Mistborn (English Edition) eBook :  Sanderson, Brandon: Amazon.it: Kindle Store

Un viaggio finisce. E ne cominciano altri mille, ma nel frattempo la prima era di Mistborn finisce qui. Con questo volume. Con un bordello allucinante che mamma mia Brandon lasciami tempo di respirare un po'. Ma andiamo con calma.

Questa prima era di Mistborn mi ha dato tanto. Mi ha dato innanzitutto un'ottima trilogia fantasy, ben strutturata, con dei personaggi stupendi, un sistema magico ottimo e delle situazioni che ti sbloccano il cervello, uno stile impeccabile e quasi nessuna sbavatura. Con questa saga ho riso, ho pianto e ho riflettuto, quindi un po' mi spiace che sia finita. Ma il Cosmoverso è immenso quindi Sanderson non si libererà di me tanto facilmente.

Ora finisco di sviolinare su ciò che è stato e vediamo l'ultima recensione per questa saga. Anche qui ci saranno degli spoiler ai libri precedenti. Cerco sempre di evitarli, e anche qui cercherò di non metterne a questo libro nello specifico, anche se ci sono delle cose di cui oggettivamente vi devo parlare.

Il primo punto a favore, per quanto mi riguarda è stata l'aggiunta di un'altra arte metallica. Nel primo volume veniva approfondita l'Allomanzia, nel secondo questa veniva ampliata e veniva introdotta un po' meglio la Feruchimia, a questo giro si aggiunge l'Emalurgia, un'arte metallica che sfrutta il sangue e la morte. A Sanderson chiaramente le cose semplici non piacciono, e a quanto pare nemmeno a me, perché ho trovato il sistema magico oggettivamente una figata. Dopo anni passati a leggere fantasy con sistemi magici fin troppo semplici, leggerne uno così complesso mi ha fatto bene all'anima. A sto giro mi sono dovuta armare di tanta pazienza e farmi uno schemino, dividendo le tre arti metalliche e ogni loro possibile applicazione. Era un lavoro duro, ma dopo tre libri ancora avevo qualche problema a ricordarmi tuto quindi andava fatto.

Preparando questa recensione ho notato che scalpitavo per dire le cose: in quattordici pagine ne succedono così tante che faccio fatica a tenere il passo con quello che voglio dire. Sì, Elend, sto parlando con te. Vedere Elend passare da nobile un po' stupido e un po' (tanto) snob che giocava a fare la rivoluzione al sicuro, nascosto dentro un salottino del suo migliore amico, a imperatore e poi anche a Mistborn è stato stupendo. Un po' mi ha fatto male dover leggere certe scene in cui era costretto a prendere certe decisioni a sangue freddo, in apparenza contraddicendosi, ma è vero anche che se avesse agito in un latro modo non sarebbe stato molto sensato. Lui è il personaggio che sapevo di volere e che mi meritavo, e so che l'ho detto più o meno per tutti, ma perché tutti mi hanno dato questo effetto. Sono scritti talmente bene che non si può non affezionarsi, non si può entrare in sintonia con ognuno di loro. Anche Spook in questo libro ha avuto più spazio e io sono stata contentissima di aver letto un punto di vista dedicato a lui. E poi Sazed, quel patatone di Saze, alle prese con la depressione dopo la perdita di Tindwyl, a cui io avrei voluto dare un abbraccio. Quel personaggio compie uno degli archi di evoluzione migliori che io abbia mai letto: si fa delle domande, si interroga sulle sue credenze, si mette in dubbio, usa quel cervello che si ritrova in mezzo agli occhi, e io non potrei essere più contenta di così, pur nel dolore. Tindwyl piaceva anche a me e sebbene non abbia sofferto come ho sofferto con Kelsier ho vestito a lutto nell’ apprendere la sua morte. E come ho detto leggere di Saze che soffriva ha fatto quasi più male del motivo della sofferenza.

La relazione tra Elend e Vin, come sempre, è trattata benissimo e questo è un altro smacco nei confronti di molti YA moderni. Le scene di sesso sono davvero necessarie per dimostrare che due personaggi si amano? No, bastano i fatti, i gesti, le piccole cose. La geopolitica, d’altro canto, serve in un libro che parla letteralmente di un PIANETA CHE STA COLLASSANDO CON I NOBILI CHE CONTINUANO NONOSTANTE TUTTO A FARE GLI IMPICCETTI DI POTERE? Direi di sì. Quindi Sanderson sa cos’è importante nella sua storia e sa come sfruttarlo al meglio. Punto, gioco, partita per Sanderson.

Sul piano della trama vengono sganciate così tante bombe che non so nemmeno da dove cominciare. I Koloss che sono umani? Gli skaa scomparsi non per ragioni razziali (non solo almeno) ma per nutrire le schiere di Inquisitori al servizio del Lord Reggente? La nuova arte metallica? Il Lord Reggente che sa padroneggiarle tutte e tre, grazie alla rivelazione sugli Inquisitori? Il fatto che in questo libro si tirano finalmente le fila di tutto e che questo TUTTO TORNA, MANNAGGIA A SANDERSON?

Come avevo già notato con altri libri di Sanderson (leggi = gli unici altri due libri di Sanderson che ho letto), anche qui la prima metà del libro è quella più "pesante", quella che getta di più le basi per la storia, la seconda invece serve per chiudere la vicenda e te la leggi in un paio di giorni o poco più. E no, non credete di potervi rilassare solo perché questo è l'ultimo libro di una trilogia. Le cose da scoprire, come ho già detto, ci sono. Eccome se ci sono, non potete rilassarvi mezzo secondo.

Ci sono alcune domande che mi sono fatta ma per evitare spoiler le farò a chi vorrà contattarmi in privato così ne discutiamo con calma.

In questa recensione si rinnova quello che avevo già ripetuto nelle precedenti: in questo mare di niente ci meritiamo Sanderson e i suoi libri stupendi, con le loro trame complicate e i personaggi complessi che ti smuovono l’anima e il cuore. Mentre altro, come il pezzo finale, ti faranno piangere ogni lacrima che hai in corpo.

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