mercoledì 6 novembre 2024

"Trilogia del Nerva", Charlotte Julie Bright

 

Questo libro lo volevo leggere da un sacco di mesi. Avevo iniziato a spiluccarlo quando veniva pubblicato online e quando era stata annunciata l’uscita presso un’importante casa editrice l’avevo tenuto d’occhio. Finalmente sono stati annunciati gli sconti per le edizioni digitali e ne ho subito approfittato.
Nonostante la copertina fosse poco accattivante e spiegasse poco di quello che si trovasse all’interno, le scelte che ho approvato sono l’idea di pubblicare i tre libri in un volume unico (nel cartaceo forse è un’idea poco pratica, ma in digitale funziona bene soprattutto perché sarebbe stata dura aspettare per l’uscita del volume successivo) e il sistema magico sicuramente innovativo, che sfrutta l’astrofisica e i fluidi.
Onestamente non saprei valutare al meglio la parte fantastica: a me è sembrata buona, ho percepito lo sforzo di impostare un sistema nuovo rispetto a quello terrestre (dialetti nuovi, cibi nuovi eccetera), però mi rimetto ai più esperti del settore per sapere se effettivamente è così o se sono io inesperta che di fantascienza non capisco niente. Anche la parte scientifica è gestita a meraviglia (grazie anche alla preparazione tecnica dell’autrice, laureata in ingegneria aerospaziale), quindi il worldbuilding risulta solido, coerente e plausibile.
Lo stile è la parte che mi ha lasciata più perplessa. L’ho percepito piuttosto “freddo”, zeppo di frasi stereotipate tipiche degli YA. Dalla protagonista testarda, col potere più figo di tutti, che non accetta gli ordini dai suoi superiori anche se questi ordini servirebbero a salvarle la vita, al protagonista giovane e belloccio superiore alla protagonista femminile, per cui deve farle anche un po’ da mentore nonostante lei sia testarda e per niente disposta a sottomettersi, fino ad arrivare alla tensione sessuale presente già a pagina 61 su 800 e passa. No, amici da casa, non sto dicendo che in un fantasy romance la gente non possa essere innamorata, però ricordiamoci che questo dovrebbe essere un fantasy prima che un romance, quindi preferirei che il focus fosse meno “ti guardo le labbra con desiderio ma ti rispondo a tono perché sono una donna forte e testarda imprigionata in un palazzo dorato contro la sua volontà perché il suo posto è in mezzo al campo di battaglia a menare la gente”. Spero di aver espresso bene il concetto. Ho trovato alcuni dialoghi piuttosto legnosi, lo stile funziona sicuramente meglio sulle descrizioni (a parte qualche scivolone, come accennavo già prima). Un'altra cosa che avrei preferito che fosse spiegata meglio sono i livelli dell'Accademia. Da quello che ho capito io è una sorta di accademia militare che per certi versi mi ha ricordato Hogwarts (e certe dinamiche tra alcuni personaggi hanno contribuito a confermare i miei sospetti), bisogna sostenere un esame per accedere e si vieni inseriti nel "primo livello", per poi andare a scalare fino ad arrivare all'ottavo e diventare una sorta di tirocinante. Il problema è che l'inizio del libro è un po' affrettato e non ti viene spiegato perché la gente si iscrive a questa accademia (o almeno io non ho capito perché questa accademia sia così importante) o perché nessuno si faccia due domande sul perché Anna venga inserita subito al quinto livello. Tutti la conoscono per essere la pronipote del preside, quindi mi chiedo perché nessuno si faccia due domande o protesti per questo favoritismo.
Il secondo volume si riprende un po' di più, dividendo la narrazione tra quello che succede ad Anna e a Quintilla, prigioniera all'Accademia, ormai ostaggio dei goriani. Quintilla personalmente è stata da subito la mia preferita, per la sua personalità esuberante e il suo voler essere genuinamente amica di Anna nonostante la sua musonaggine e la sua reticenza a rispondere alle domande sul suo passato.
Ho trovato che venga lasciato un po’ troppo spazio alla ship e un po’ meno a tutto il resto, quindi certe tematiche pur importanti avevano un ruolo marginale all’interno della storia.
In sintesi, avrei preferito che le premesse fossero introdotte con un po' più di calma, magari anche dividendo il libro in tre volumi singoli così da non dover rientrare in un numero preciso di pagine e non risolvere tutte le questioni di fretta. Rimane comunque un buon prodotto per chi vuole approcciarsi al genere della fantascienza

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