Lo so, lo so. Di solito qui parlo di libri. O meglio, mi lamento dei libri brutti che leggo. Dato che questo film non mi è piaciuto particolarmente mi sembrava giusto esercitare il mio diritto di parola lamentandomi. Quindi concedetemi questo off-topic.
Cominciamo dal fatto che più che un biopic mi è sembrato di star guardando una puntata di "Tale e Quale". Mi aspettavo di veder saltare fuori Carlo Conti, fresco di lampada abbronzante, a condurre e presentare la giuria. Dal punto di vista del trucco e della recitazione non ho davvero nulla da dire, sarei una folle a lamentarmi di questo (anche se ho sempre digerito poco l'oscar a Malek ma questo è sicuramente un problema mio, all'Academy sanno sicuramente fare il loro lavoro, vero?). Il problema è tutto il resto. Bohemian Rhapsody è un film caotico, affrettato, anche per problemi di produzione (c'è stata una vicenda giudiziaria che ha coinvolto il primo regista, Bryan Singer, che ha dovuto essere sostituito in corsa), ha falsato alcuni avvenimenti anche piuttosto importanti per accelerare i tempi. Nel giro di mezz'ora si è formata la band con la formazione ufficiale, hanno già inciso il primo album, hanno il nome e hanno il tour in America. Freddie conosce Mary e le fa la proposta di matrimonio, tutto nell'arco di pochi minuti. Mi infastidisce oltre i limiti dell'immaginabile che Malek non abbia cantato, ma si sia appoggiato sulle vere incisioni di Mercury mescolate alla performance un "imitatore". Austin Butler per preparare la sua interpretazione di Elvis nel film omonimo si è preparato per mesi, guardando video, ascoltando registrazioni e allenandosi per migliorare le sue doti canore, Andrew Garfield ha fatto altrettanto per prepararsi a interpretare Jonathan Larson in "Tick Tick… Boom", e io mi rifiuto di credere che con i Queen non si potesse fare lo stesso. Mi andava bene che si appoggiasse sull'imitatore per raggiungere le note più alte, ma avrei preferito uno sforzo in più, piuttosto che prendere dei pezzi standardizzati (tra l'altro il Freddie degli inizi non era nemmeno lontanamente paragonabile, a livello di doti canore, al frontman che ha portato i Queen al successo, quindi sarebbe stato carino far vedere il suo processo da cantante mediocre a quello che tutti conosciamo bene, ma mi rendo conto che sarebbe stato chiedere troppo). Questo film non è propriamente brutto, è solo un pastrocchio un po' frettoloso che ti fa scendere la lacrima verso il finale ma che esaurisce il suo lavoro una volta finito il film, dopo non ti lascia niente e, una volta finita una scena, lo spettatore quasi si dimentica quanto ha appena visto. E considerata la portata della storia di quelle che è una delle mie band preferite, questo è un peccato.
Stoccata finale, Mercury ha scoperto di essere malato circa un anno dopo il Live Aid, non prima.
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