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lunedì 3 aprile 2023

"Sei di corvi", Leigh Bardugo

Sei di corvi. GrishaVerse" di Leigh Bardugo - Recensione - 1001 notti  d'inchiostro

 Titolo: sei di corvi

Autrice: Leigh Bardugo

Anno e casa di produzione: 2015, Mondadori

Prezzo: €17,00

Genere: Fantasy, young adult





Parliamone. Questo potrebbe essere uno dei fantasy migliori che ho letto negli ultimi mesi. Faccio fatica a pensare a cose che non mi siano piaciute (anche se poi per onestà intellettuale dovrò toccare dei tasti dolenti), le cose che di solito mi colpiscono di più in un libro, ovvero trama e costruzione dei personaggi, erano perfette. Se uno dovesse chiedermi "chi è il tuo personaggio preferito?" io farei fatica a rispondere. O meglio, non farei fatica ma avrei più risposte a questa domanda, tutte con argomentazioni piuttosto solide a supportarle. Infatti i personaggi principali, a giro, mi sono piaciuti: uno su tutti è Kaz, che spicca per la sua intelligenza e per i suoi mille talenti da prestigiatore, stratega e ladro (mi tolgo subito un sassolino dalla scarpa dicendo che a onor del vero è un po' troppo maturo mentalmente, come del resto anche i suoi stimati colleghi, per avere solo 17 anni, ma capisco il motivo per cui le età sono state abbassate così tanto e io, che a quasi 24 anni mi ritrovo ancora a cantare a squarciagola le sigle dei cartoni animati di Giorgio Vanni forse non faccio testo), e tra l'altro mi pare di aver visto Danny Ocean piangere in un angolino alla vista dei suoi piani perfetti; Jesper ci ha messo un pochino di più a convincermi ma poi si è rivelato un balsamo per l'anima, come del resto tutti i personaggi che riescono a essere divertenti stemperando la tensione al momento giusto, strappando una risata a chi ne ha bisogno; Wylan è un altro che si è fatto amare subito, con la sua storia da figlio di un mercante medio borghese che deve farsi accettare da gente che in teoria dovrebbe essere di una classe sociale molto inferiore alla sua, e infatti mi è dispiaciuto che non ci fosse un "POV" dedicato a lui, perché avrei preferito apprendere certe cose in maniera diversa, ma comunque non posso lamentarmi. Per Matthias ho ancora qualche riserva, perché è credo una delle persone più tenere e dolci che si potessero incontrare, e la chimica con Nina, un altro dei miei personaggi del cuore, è clamorosa, però trovo la sua personalità un po' troppo "rigida", che si addolcisce un po' nel momento in cui capisce che per tutta la sua vita è stato plagiato, che ognuno è il mostro di qualcun altro, per citarlo. Faccio fatica a decidere quale delle due donne ho apprezzato di più perché sono contrapposte: da una parte c'è Nina, gioviale, sorridente e con la battuta sempre pronta, ma anche cazzuta quando doveva esserlo, mentre dall'altra c'è Inej, sognatrice, innamorata, ma con un grandissimo senso del dovere, che però sa anche godersi la vita e farsi una risata una volta ogni tanto. Ho apprezzato particolarmente la scena finale con Kaz in cui lui fa una mezza dichiarazione molto sofferta (lui l'empatia non sa che cos'è, compatiamolo) e lei gli risponde che o imparerà a confidarsi totalmente con lei o non se ne farà niente ("o ti avrò senza corazza o non ti avrò affatto" mi pare fossero le parole esatte). I personaggi in generale sono molto "umani", consci dei propri limiti, che possono ridere dei propri difetti perché sanno di averceli. Non sono i personaggi stereotipati, belli ma che non sanno di esserlo, con gli specchi di legno in casa e di cui il belloccio o la belloccia di turno si innamorano soltanto perché hanno occhi di ghiaccio o muscoli scolpiti, ma anche per l'apporto che hanno avuto uno sulle vite dell'altro (o altra), per le loro abilità e la loro personalità. Oltretutto, le scene più "intime" tra i personaggi sono le uniche in cui loro si concedono di avere la loro età, si comportano come dei sedici-diciassettenni normali.

La trama machiavellica poi è stata meravigliosa. Ogni capitolo era un colpo di scena continuo, tant'è che in poco più di due giorni ho letto più di metà libro (è tanto? È poco? Non lo so, ma per una lettrice lenta come me leggere un intero libro in meno di una settimana vuol dire che il libro in questione ne è valso la pena). Soprattutto mi interessava sapere come si sarebbero evolute le vicende con Matthias, se li avrebbe traditi oppure se faceva parte del piano di Kaz che aveva tirato fuori un nuovo coniglio dal cilindro. Il finale poi mi ha dato le palpitazioni, non vedo l'ora di cominciare a leggere il secondo volume.

Una cosa però la devo dire, oltre all'appunto fatto sui personaggi. Ci sono troppe onomatopee. Non è possibile che in ogni capitolo, ogni sensazione uditiva fosse data da clang, tip, clack, crack eccetera. Se non sai come si dice una cosa, o fai una perifrasi, o ti vai a cercare il termine esatto o non la metti. Non sei Filippo Tommaso Marinetti e non stai scrivendo zang tumb tumb o Aldo, Giovanni e Giacomo che stanno facendo lo sketch della Subaru Baracca, quindi per favore le onomatopee no, perché questo sarà pure un libro che ha i ragazzi del liceo come target principale,  e appunto per questo non è un libro per bambini che sanno a malapena leggere. Anche il finale, gli ultimi due o tre capitoli, se devo essere del tutto onesta non mi hanno convinta più di tanto, erano un po' troppo affrettati per esigenze narrative, si capisce poco (o forse sono stata io disattenta che non ho prestato attenzione presa com'ero dalla foga di scoprire come avrebbero risolto il conflitto) sia della situazione di Nina strafatta di droga che dell'ostaggio (col cavolo che provo a scrivere il nome, tanto so che avete capito). Un'ultima cosa che mi ha infastidita perché succede ripetutamente sono i deittici spesso e volentieri sbagliati. Tu non mi puoi parlare di "qui e ora" in un libro che viene raccontato in terza persona al passato, perché è un controsenso. Se una cosa succede al passato vuol dire che è lontana sia da chi legge che da chi scrive quindi non puoi dire "questa città", "cosa stava succedendo adesso/ora" eccetera.

Onestamente non credevo di poter mai sproloquiare così tanto su un libro che mi ha fatto un'ottima impressione (e nonostante i due piccoli errori che ho notato e molti refusi soprattutto nella prima parte, ma di questo non mi stupisco manco più, gli ho dato volentieri cinque stelle), quindi rimetto la palla nel campo avversario nel caso in cui qualcuno avesse voglia di parlarne ulteriormente.

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