Sui social si leggono molti libri. Se ne leggono tanti e se ne parla pure di più, e io non potrei essere più felice, in teoria, di questa cosa. In teoria.
In pratica ho trovato che si parla molto spesso di libri che non potrebbero essere più distanti dal mio gusto personale, che presentano molte sviste sia dal punto di vista della trama che da quello dello stile. Per mesi, o forse oserei dire addirittura anni, ho cercato qualcosa che riuscisse a smuovermi dentro, a toccare le corde giuste e a farmi tornare la voglia di leggere. E non perché prima non leggessi, il 2022 e il 2023 sono stati anni molto prolifici dal punto di vista dei numeri, mentre prima uscivo da un blocco del lettore che non potete immaginare quanto sia stato lungo ed estenuante. Quindi i numeri c'erano tutti. Un po' meno la qualità. Nel 2023 c'è stata una spaccatura abissale tra i libri che mi erano piaciuti e quelli che mi avevano fatto schifo e le zone grigie, quei libri che avevano raschiato la sufficienza, erano poche.
Ma non Mistborn. Mistborn ha risvegliato in me gli istinti da lettrice che non provavo da non so più nemmeno io quando. Mi svegliavo la mattina e la prima cosa che volevo fare era leggere, ogni volta che dovevo uscire di casa volevo tornare indietro il più in fretta possibile per leggere. Non mentirò, le prime 150 pagine circa sono state un bel mattone, ci ho impiegato circa sei mesi a leggerle e mi sono arenata due volte prima di riuscire a sbloccarmi. Ma una volta ingranata la marcia giusta ho impiegato un paio di settimane, o poco meno, a concluderlo.
Come al solito ho cercato di scrivere una recensione senza spoiler così che chi non ha ancora letto il libro può farsi un'idea senza rovinarsi eventualmente la lettura.
Devo ammettere che all'inizio non sapevo bene come scrivere questa recensione, non sapevo come buttare giù dei pensieri in maniera coerente senza essere banale e ripetitiva ma comunque spiegando bene tutto quello che dovevo dire aggiungendo un po' di profondità a quello che già avevo detto nelle storie instagram e nei messaggi privati.
Non so se ci sono riuscita, ma ci ho provato.
Come al solito non mi soffermerò sulla trama, quella la potrete cercare su google in meno di un decimo di secondo. Quello che mi interessa è la costruzione del mondo in cui è ambientata la storia e i personaggi.
L'unica cosa che dirò sulla trama è che non ci troverete un buco manco a cercarlo col microscopio. Potrete diventarci ciechi, ma non troverete una falla nemmeno piccolissima. Il sistema magico è originalissimo e spiegato divinamente, non ci sono spiegoni e io so che mi darà da pensare per un bel po' di tempo. Capire le differenze tra i vari metalli, tra Misting e Mistborn, ricordarsi le proprietà associate alle varie leghe mi ha fatto venire un po' di mal di testa e confesso che per alcune cose forse navigherei in acque un po' scure se non mi fossi confrontata con chi l'aveva già letto per riordinare i pensieri. O forse ci avrei impiegato solo un sacco di tempo in più a venirne a capo perché poi comunque a ogni dettaglio che ci viene dato corrisponde sempre una spiegazione, non lo so.
E poi ci sono i personaggi... mamma mia i personaggi cosa non sono. Ho amato i due protagonisti, Kelsier e Vin, la seconda è la rappresentazione "vivente" che anche gli uomini possono scrivere divinamente dei personaggi femminili in barba a quelle persone dalla polemica facile che dicono che non è vero e non è possibile una cosa del genere. Chiaramente hanno come standard Nevernight e le perversioni di Kristoff perché altrimenti non mi spiego nemmeno perché questa polemica sia nata. Vin è la protagonista che sapevo di volere e che mi meritavo, e come tutti gli altri personaggi non stereotipata, è fallibile perché è umana ma la sua esperienza per strada le ha fornito delle abilità che la rendono poliedrica e versatile in determinate situazioni. E poi Kell. Kell mi è entrato nel cuore ed è diventato di diritto uno dei migliori (se non il migliore) protagonista maschile in un libro fantasy. Ha uno scopo e ha i mezzi per realizzarlo e per me non c'è niente di meglio in un libro. Anche se delle voci mi hanno detto che Marsh è un personaggio altrettanto valido quindi sono curiosa di leggere gli altri libri della saga per conoscerlo meglio.
Anche il resto della banda di Kelsier è sfaccettato e ben costruito. Ognuno ha il suo compito e ognuno è fondamentale. Per quanto mi riguarda i miei membri della banda preferiti rimangono (fatta eccezione per Kelsier e Vin, loro due sono dei casi a parte, sono straordinari e giocano un torneo a parte) Breeze e Dox. Loro due eccellono nei loro ambiti (Dox pur non essendo un Misting), sanno quando essere seri e quando invece possono essere un po' più allegri e sopra le righe, dimostrando di saper tenere testa al loro capo in quanto a battute e simpatia. Kelsier non è il protagonista "prescelto" che in quanto tale si isola dal mondo cercando di affrontare il pericolo da solo: è umano, in quanto tale è fallibile e dato che è umano e imperfetto deve fare affidamento anche sugli altri se vuole avere successo. Impara dai propri errori passati ma questo non gli impedisce di commetterne di nuovi perché è umano e fallibile e sa fare tesoro di ogni cosa che gli capita anche se non per questo non va a sbattere il naso contro la realtà, qualche volta. È "facile" organizzare un colpo di stato sulla carta, ma nella pratica ci sono troppe cose che possono andare storte, soprattutto se si fa affidamento su altre persone, spesso persone che non si conoscono.
Ho perso il conto delle frasi che mi hanno toccata nel profondo, smuovendo corde che non credevo fosse possibile raggiungere, che mi hanno fatta prendere dallo sconforto per quanto erano tristemente vere. La rappresentazione della nobiltà, la determinazione di Kelsier a distruggerla, eliminandola fin nel profondo ed estirpandone le radici, mi ha colpita per la sua brutalità (ma ha senso ed è coerente col personaggio, sarebbe stato strano il contrario). La sfuriata di Vin contro Kelsier e il resto della banda è stato dei momenti più alti di tutto il libro: tutti in quel covo hanno sofferto, avere i poteri significa aver subito traumi psicologici gravi, ma nella sfortuna sono in un certo senso privilegiati; non hanno dovuto subire ricatti emotivi da persone che, si supponeva, dovevano essere loro amici, gente che stava nella loro stessa situazione, non hanno fatto la fame (o l'hanno fatta ma moto tempo prima), sparlano dei nobili e si credono protettori degli skaa ma comunque rispetto ai comuni skaa rimangono dei privilegiati perché hanno un tetto sotto cui dormire e pasti regolari.
Il cattivo della situazione, poi, l'ho trovato particolarmente azzeccato, e vi prego di seguirmi mentre ve lo descrivo. Un essere immortale, che la gente considera praticamente un Dio. Con dei poteri magici potentissimi, in grado di annullare anche le barriere degli altri allomanti. Che è famoso per essere Asceso dopo aver combattuto in un pozzo oscuro chiamato Baratro. No, non è l'Oscuro. Non è nemmeno lontanamente un cattivo così flaccido come quel mono-neurone dell'Oscuro. È meglio. Non compare mai nel corso di praticamente tutto il libro se non in un paio di occasioni e non si vede mai in faccia, non dice mai nemmeno una parola ma è in grado di incutere timore e grazie a questa sua caratteristica si capisce perché sia diventato il Lord Reggente.
Quando sul finale tutti i tasselli hanno iniziato ad andare a posto (una delle cose belle di questo libro, anche se è sciocco ribadirlo, è che quando ti dicono una cosa puoi avere la certezza matematica che questa cosa ti sarà spiegata meglio più avanti) il mio cervello è esploso, più mi venivano fornite spiegazioni più sentivo di volerne ancora.
Esprimere quanto questo libro mi abbia colpita è molto difficile: mi ha tolto (letteralmente) il sonno; al mattino, quando mi svegliavo, avevo voglia di leggere, quando uscivo di casa per qualche impegno volevo tornare indietro il prima possibile per riprenderlo in mano e, anche se le prime 150 pagine circa sono piuttosto pesanti (ho dovuto ricominciarlo da capo due volte prima di riuscire a "liberarmi"), una volta che si è entrati nel giro giusto non si riesce più a smettere.
Non vedo assolutamente l'ora di andare a leggere gli altri libri della saga (che sono tantissimi perché Sanderson scrive a un ritmo serratissimo quindi non so se avrò mai il tempo di leggerli tutti).
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