Questo libro vorrebbe essere tante cose. Una "canzone di Achille" parte seconda, sempre con la strizzata d'occhio alla comunità LGBT di cui tra l'altro l'autrice fa parte, una storia di riscatto femminile con non uno ma due strong female characters stereotipati, "famiglie disfunzionali" degne del miglior romanzo familiare americano. O almeno questo è quello che ci viene detto (e molte cose le ho parafrasate) nella sola premessa.
Quindi addentriamoci nella lettura di "Cantami o Diva" e scopriamo insieme perché questo libro non funziona (letteralmente, sono le 13:00 del 9 gennaio 2024 e ho letto a malapena la prima riga del primo capitolo, quindi non so cosa succederà).
Come ogni libro con buchi di trama che si rispetti, si parte dalle piccole cose. Piccoli dettagli, roba che ti fa dire "sì, okay, ma perché?". Roba di poco conto, come dire "qualche peschereccio dall'aria familiare era già fuori: piccole imbarcazioni con vele anonime", oppure il riuscire a percepire la tensione delle vele sulle barche. Roba che ti fa pensare se sei diventata dislessica di colpo o cosa. Insomma, la normale amministrazione, nei retelling.
Il vero problema per me è un altro. Si continua a chiamare Achille con un nome maschile ma i pronomi sono femminili. Capisco il volerlo rendere una donna trans (in realtà no, ma facciamo finta di sì), però prima che avvenga effettivamente la transizione Achille è un uomo. Perché scrivere "Achille si è svegliatA"? Ma soprattutto, perché io mi ostino a volermi fare domande quando in realtà le risposte non ci sono?
Ma se credete che è finita lì vi sbagliate di grosso. Perché il peggio deve ancora venire. Perché si parla di ombrelli. Ombrelli per pararsi dalla pioggia. Una velocissima ricerca che mi è costata un nano secondo: gli ombrelli per ripararsi dalla pioggia sono nati in Cina. Un'altra ricerca mi ha rivelato che in Grecia esistevano sì gli ombrelli, ma a) erano ombrelli parasole e non parapioggia; b) erano relativi principalmente al culto di Dioniso. Poi sono aperta alle smentite, la mia è stata una ricerca veloce su Wikipedia. Sono tuttavia abbastanza certa che in Grecia non c'erano attestazioni di ombrelli assiri.
Questo libro è chiaramente il frutto di un delirio partorito dopo un'indigestione di cibo avariato, altrimenti non mi spiego come una persona laureata riesca a immaginarsi cavalli biondi, cavalli a pois rossi, biancheria intima per le donne quando, come attesta Google, nell'antica Grecia veniva portata raramente e soltanto da uomini adulti e tutta un'altra serie di errori logici. E io lo dico non avendo studiato quasi niente di letteratura greca se non quelle poche cose che si fanno in terza media e qualche accenno prima di studiare l'Eneide in letteratura latina, quindi vi fa capire quanto poco ci voglia per smentire quanto viene detto in questo scempio. Scempio che è pure lungo come la fame, perché sono più di cinquecento pagine di supercazzole.
La scena di sesso tra Achille e Agamennone è un puro esercizio di stile, un "esperimento" voyeuristico inserito apposta per le ragazzine che ti chiedono "ma è spicy?" nel momento in cui parli di un libro, mi sono sentita a disagio a più riprese quando la scena dura tipo un paragrafo corto. Disagio che accresce quando Achille torna sulla sua nave e spala vomito e cacca dei suoi cavalli che sono stati male durante il temporale che si era scatenato nel frattempo. La scena aveva senso di esistere? Ovviamente no, ma c'è comunque e io mi volevo cavare gli occhi con tizzoni ardenti (si fa per ridere, amici della postale, è satira verso me stessa, non facciamo scherzi).
Si toccano livelli talmente bassi che non credevo nemmeno che fossero possibili, non scherzo quando dico che la moglie di Patroclo si mette in testa di voler studiare la lingua dei delfini, il delfinese. Credo che ogni commento sia superfluo, anche perché temo di aver esaurito ogni parola possibile per descrivere quello che provo, quello che penso.
Achille è un tappo nel posto dove non batte il sole, è una nazi femminista che gode a ricordare al lettore e a se stessa quanto è brava, quanto è bella e quanto è potente ora che è donna. Perché si sa che c'è una sola cosa che tira più di un carro di buoi, soprattutto in un esercito di uomini arrapati lontani dalle mogli e dalle schiave. Nazi femminismo che sembra scomparire ogni volta che Agamennone fa la sua comparsa: non solo lei è la sua sottomessa dal punto di vista sessuale e considera sua moglie Elena come una sua proprietà.
Per qualche strana ragione che non ho ben capito, poi, la quantità di personaggi queer (e nella fattispecie transessuali/transgender/quello che è) è altissima. Chiunque è trans, chiunque non è quello che sembra e gli dei elargiscono i loro doni a casaccio, soprattutto Poseidone che regala ad Achille armi a pioggia.
A riprova del fatto che questo libro è una fan fiction uscita particolarmente male (senza nulla togliere alle fan fiction, ce ne sono sicuramente di scritte bene), Achille sa fare tutto. E non perché è una semidea, non in 130 pagine non ha dato mai una volta che sia una prova della sua natura semi divina a parte frignare che è donna e che nessuno la capisce perché è donna. Duro eh vivere in una società patriarcale in cui tu (generico "tu" essere umano con una vagina in mezzo alle gambe) in quanto donna eri più impegnata a sopravvivere a tuo marito (o a qualsiasi altro penedotato nella tua vita) violento che ti picchiava per qualsiasi cosa? No, lei sa fare tutto perché è una Mary Sue
La cosa che mi ha dato più fastidio forse è che si è scomodata la mitologia per parlare di transessualità. Forse sarebbe stato comunque un libro brutto e senza senso anche ambientato all'epoca moderna, ma forse sarebbe stato un po' meno brutto, un po' meno nonsense. Probabilmente io non l'avrei nemmeno letto, io e i libri rosa "puri" non ci vogliamo molto bene. Quello che mi ha incuriosita era la premessa che, come già accennavo nel titolo e come ho avuto ampiamente modo di spiegare, è la cosa più sbagliata di questo mondo. La premessa poi è sviluppata pure peggio nel corso del romanzo, e questa è forse la cosa più divertente.
Alle scene di guerra non ce l'ho fatta più, il mio cervello ha detto 'basta'. Io, i libri trash, non me li merito. Forse tornerò a leggere Sanderson.
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