martedì 12 marzo 2024

"La fiamma azzurra" Daniele Viaroli

 

La fiamma azzurra : Viaroli, Daniele: Amazon.it: Libri

Prendete Brandon Sanderson. Aggiungete una spolverata di Tolkien e una punta di Star Wars. Cosa ottenete? Un libro pieno di umorismo, viaggi nel tempo, un worldbuilding potenzialmente infinito ma introdotto molto bene che ti lascia con la curiosità e la voglia di averne ancora di più.

Protagonista di questa storia è Jake, un "ragazzo comune" che è comune per davvero. Non è l'eroe palestrato che si allena da tutta la vita per sconfiggere i peggio mostri, o il prescelto a cui è stato profetizzato che salverà il mondo grazie al potere dell'ammorèh e del bucho de culo, Jake è uno studente che si trova in una determinata situazione quasi per sbaglio. Lui è uno studente che si sta preparando a un'interrogazione di filosofia, non potrebbe fregargliene meno del multiverso che sta collassando, salti spazio-temporali, super tecnologia (anche se sento il cuore di ogni fan della fantascienza sciogliersi a queste parole) eccetera. Accanto a lui ci sono tanti altri personaggi che mi sono entrati nel cuore, una su tutti è Kalena, che io ho adorato tantissimo (anche se #levocih mi hanno detto che dal terzo libro è pure meglio, quindi io attendo con impazienza di leggere i seguiti), ma anche Alfred, il maggiordomo robotico che mi ha ricordato un po' l'uomo di latta del mago di Oz, che non essendo umano vorrebbe trovare le risposte alle domande esistenziali che gli uomini stessi fanno fatica a trovare, e spesso per questo viene preso in giro, forse proprio per mascherare l'ignoranza umana in questo ambito. Ma non è soltanto Alfred, secondo me, a rappresentare uno dei personaggi del Mago di Oz: anche Morte, Intrigo e lo stesso Dhamon (che dovrebbe essere il più intelligente, integerrimo e composto di questa improbabile combriccola di cacciatori di taglie) hanno qualche mancanza che vorrebbero disperatamente e inconsciamente colmare, ma proprio perché non sanno che hanno questa mancanza, non sanno come "ripararsi". Se avete amato Kelsier in Mistborn (o in generale dell'adulto che sa sempre risolvere le situazioni più rischiose), poi, non sarete indifferenti a Skald, un altro signor personaggio che non vedo l’ora di incontrare anche in seguito (però l'autore deve stare attento a lui sa cosa perché ha letto Mistborn). La storia d’amore tra Jake e Kalena è stupenda, proprio perché entrambi sono così ben caratterizzati, e vedere due personaggi adolescenti che si comportano per una volta da adolescenti è stato stupendo.

Finalmente in un libro si parla di linguistica e filologia (sono cose accennate, me ne rendo conto, ma in questo caso faccio valere il principio del "purché se ne parli" perché non è un manuale universitario ma un libro fantasy, però ero piena di leggere roba in cui si sorvolava su questo aspetto anche se non aveva oggettivamente senso che personaggi provenienti da ambiti diversi si capissero così, senza sforzi... ma sto divagando, la mia vena da linguista rompipalle sta venendo fuori e mi sta trascinando via dal focus principale di questa recensione) come contorno alle vicende, quando sono state menzionate avevo gli occhi a cuore. L'ironia lampante sparsa per tutto il romanzo non appesantisce per niente la narrazione, anzi la aiuta parecchio a rendere più leggero un libro che altrimenti sarebbe stato un mattone non indifferente. Ma a me sarebbe andato bene lo stesso, lo confesso, io e i mattoni viaggiamo a braccetto più o meno allegramente. Per una volta, tuttavia, è stato bello leggere qualcosa che riuscisse a mescolare ironia e serietà così bene.

Come opera prima è stupenda, un libro molto godibile da divorarsi in pochi giorni e non vedo l'ora di leggermi gli altri romanzi di questo multiverso.

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