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Questo Γ¨ uno di quei libri che dovrebbero essere famosi, uno di quelli di cui tutti dobbiamo parlare e che dovrebbe stare sulla pagina bookstagram, booktok, booktube, quello che ve pare, di tutti. Eppure io ne ho sentito parlare solo da poche persone.
Questo libro riprende l'episodio celeberrimo della torre di Babele nella Bibbia e ne dΓ una lettura in chiave fantastica, modernizzando i concetti ma non per questo snaturandoli, dipingendo in modo estremamente realistico la societΓ moderna, le sue contraddizioni, l'ingordigia dei ricchi a scapito dei piΓΉ poveri.
Menzione al valore per quanto mi riguarda va all'episodio che avviene nel Salotto, il secondo piano della Torre, un teatro in cui sono i visitatori stessi ad essere sia attori che spettatori di un dramma che viene portato avanti nell'arco di una sola settimana e nel quale Senlin, il protagonista, si trova invischiato mentre cerca disperatamente di trovare la moglie, persa tra la folla durante il primo giorno di luna di miele.
Perché questa è la premessa del libro: un tizio perde sua moglie e deve scalare una torre di proporzioni bibliche (e mai frase fu intesa in senso più letterale di questa) per ritrovarla. Più e più volte io stessa mi sono sorpresa da quanto un libro così strambo potesse intrattenermi, poi ho capito perché non riuscissi a smettere di leggerlo. Ed è proprio per la vivacità delle descrizioni, la caratterizzazione dei personaggi e il contesto socio culturale che è stato creato: tutto è talmente realistico che non si può fare a meno di empatizzare con Senlin e immedesimarsi nelle vicende.
Ma non Γ¨ solo questo: ci sono degli insegnamenti molto profondi riguardo le aspettative altissime che ci si fa attorno a qualcosa o qualcuno, idealizzandolo, aspettative che poi finiscono irrimediabilmente per scontrarsi contro la realtΓ , che spesso Γ¨ molto diversa da quello che ci eravamo immaginati. Tutto sta nella nostra reazione a questi avvenimenti, al non lasciarci sopraffare dal flusso delle cose, affrontare il tutto a testa alta e imparare dai propri errori. La torre ti mette di fronte ai tuoi difetti come singolo individuo o come essere umano in senso lato, obbligandoti in un modo o nell'altro a mettere in discussione tutte le tue scelte. PerchΓ© il problema Γ¨ anche questo: in alcune occasioni Senlin si trova a dover compiere delle scelte che poi, ragionando a mente fredda, gli paiono disumane. Quindi si Γ¨ forzati all'introspezione, a capire quali sono i nostri difetti, piΓΉ o meno gravi: o cambi e maturi o soccombi. Γ un viaggio che ricorda la discesa dantesca all’Inferno, ma ci sono due differenze: qui la discesa Γ¨ in realtΓ un’ascesa (come dice il titolo stesso), il simbolo stesso della superbia umana, e al contrario dell’Inferno di Dante, in cui i primi cerchi corrispondevano a pene piΓΉ lievi e si andava via via peggiorando, qui si parte subito male, il Basamento Γ¨ il simbolo della povertΓ , in cui non ci si puΓ² fidare di nessuno, e la situazione continua a farsi piΓΉ drammatica man mano che si sale di piano. I vizi aumentano ma si fanno anche piΓΉ subdoli, costringendo il malcapitato turista a farsi piΓΉ sospettoso. Γ tutto coperto da una patina di lucido, paillettes e brillantini che ti distraggono (o almeno ci provano) dai veri problemi. E la crescita di Senlin (e qui io ho inteso il termine "ascesa" anche in un senso un po' piΓΉ astratto: non solo un'ascesa fisica ma anche morale che ti porta inevitabilmente a crescere e a cambiare carattere, in questo caso in positivo) Γ¨ efficace anche per questo. Γ lenta, Γ¨ graduale, ma quando arrivi alla fine del libro e ti volti indietro ti rendi conto quanto Γ¨ cambiato dall'inizio fino a quel punto.
Complici anche capitoli molto brevi, in genere non piΓΉ lunghi di cinque o sei pagine, e uno stile molto semplice e lineare, con frasi relativamente brevi, la lettura procede in maniera molto scorrevole e non ci si rende conto di girare le pagine. Lo stile, per quanto abbastanza semplice, riesce a far percepire l'angoscia di una progressiva metamorfosi da essere umano a schiavo di una societΓ in cui tutti aspirano a diventare qualcosa. Tutto Γ¨ luminoso, tutto Γ¨ sfarzoso e tutto sembra alla portata di tutti, ma io confesso di aver avuto piΓΉ volte un senso di claustrofobia, chiedendomi come qualcuno possa sopportare torture fisiche e psicologiche tali. Anche se, come viene piΓΉ volte (in maniera piΓΉ o meno esplicita) sottinteso nell'arco del romanzo, giudicare da esterni puΓ² sembrare facile, ma trovarsi invischiati in faccende che spesso possono essere di vita o di morte Γ¨ un altro paio di maniche.
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