venerdì 26 luglio 2024

"Molto vapore per nulla", Stefano Ottaviani

 

Prima di partire con la recensione vera e propria concedetemi qualche secondo per ringraziare la CE, Gainsworth, che mi ha omaggiata di una copia digitale di questo volume. Graziegraziegraziegrazie *arrossisce violentemente e si inchina*.

Ma ora ciancio alle bande, è ora di parlarvi di questo gioiellino, una delle letture più interessanti dell'anno.

In una linea immaginaria che va da HP a La fiamma azzurra, a metà strada troviamo questo libro. Se poi ci aggiungiamo una spruzzata di Doctor Who, poi possiamo avere un quadro più completo 

Mescolate le ambientazioni del primo (più o meno, dato che ci troviamo sì in Gran Bretagna, ma nell'ottocento) e l'ironia pungente del secondo, i personaggi ben sfaccettati e i misteri da risolvere tipici di entrambi e ottenete questo fantasy steampunk che sa spostarsi magistralmente tra situazioni leggere e serie.

Nota di merito per quanto mi riguarda va ai personaggi. Tutti, a giro, mi sono piaciuti. Mi spiego meglio partendo da Cat, la figlia che ha perso il padre, arguta e abile nelle contrattazioni, e Alford, il maggiordomo serio e posato che deve controbilanciare il suo datore di lavoro cazzaro. Ad Alford va il premio miglior personaggio della storia, e in generale mi ha fatto notare che non si parla mai abbastanza dei maggiordomi nei libri. I maggiordomi sono delle persone "nel limbo" che devono saper trattare sia con la nobiltà che coi ceti più bassi, che sono eleganti e posati perché devono trattare sempre con roba fragile e sanno sempre gli impiccetti di tutti perché partecipano a pranzi e cene importanti stando nell'ombra. Viva i maggiordomi. Langston invece funziona bene soprattutto come "macchietta" comica, ma si intuisce che sotto la scorza da burlone c'è un carattere molto più profondo e complesso. È quella persona che è sempre stata vista come scarsa, debole, che alla fine ha creduto a tutte le cattiverie che gli altri dicevano di lei, nonostante tutte le risorse di cui possiede. Non posso scendere troppo nei dettagli perché farei spoiler, però la trama deve tanto alle risorse di Harvey, lui porta la trama sulle sue spalle in buona sostanza (non solo lui ovviamente, però alcune delle cose importanti che succedono si devono a lui). Harv per quanto mi riguarda è affetto da ADHD e nessuno si è mai preso la briga di diagnosticarglielo (anche perché siamo pur sempre nella Londra vittoriana quindi è logico e coerente che non ci sia una diagnosi per ADHD), il che giustifica molti aspetti del suo carattere, dalla scarsa igiene personale al fatto che, non importa quanto si impegni, il suo rendimento non va mai oltre il “mediocre”. Zeph invece è il trickster, quello che non capisci bene se c'è o ci fa e il dubbio ti rimane finché non avrà fatto l'infamata. Se farà mai un infamata, altrimenti il dubbio ti rimarrà fino alla fine. E fidatevi che di cose che succedono e riguardano questo personaggio ce ne sono (soprattutto verso il finale). Le interazioni con Harvey ovviamente sono la cosa più divertente del mondo, la loro chimica è assurda, me li ha fatti amare proprio per la loro indole caciarona.

Il finale a cui accennavo prima è una cosa allucinante. Nelle ultime cinquanta pagine succede il mondo, si risolvono misteri, alcune cose vengono a galla e altre vengono sepolte sotto una maceria di segreti. A parole non è possibile esprimere quanto abbia amato quel finale, tutto ha senso tutto è bellissimo, mi sono divorata le ultime cinquanta pagine e ho ancora adesso i brividi a ripensarci. E il fatto che questa sia un’opera prima mi manda ancora più fuori di testa.

Unica cosa "negativa" (tra tantissime virgolette) rimane la struttura del libro, almeno nella prima metà. Ho trovato i capitoli un po' troppo lunghi e un po' troppo info dumping per i miei gusti, ma lo stile è ottimo e le descrizioni sono molto buone, quindi nonostante tutto il libro risulta parecchio scorrevole. A maggior ragione perché, come dicevo anche più su, questa è un'opera prima che fa le scarpe a molti altri libri che circolano. Questo testo funziona bene come autoconclusivo, anche se sono state lasciate aperte delle questioni per cui non mi dispiacerebbe leggere almeno un seguito per avere degli approfondimenti.

La mia recensione sproloquio finisce qui, spero di avervi convinti a volerlo leggere e, se l'avete letto, spero di avervi fatto rivivere le emozioni che avete provato. Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate, se vi ho convinti eccetera, vi leggo con piacere! *^*

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