Se il primo romanzo era molto semplice, un romanzo introduttivo molto ben strutturato ma comunque un romanzo introduttivo, "Gli scomparsi di Chiardiluna" fa a mio parere un bel balzo in avanti.
Anche in questo caso non sapevo esattamente se scrivere questa recensione o no, ma il mondo deve sapere quanto questa saga mi stia prendendo bene e quindi tiè beccatevi questa recensione caotica e molto adoreggiante.
Avete presente quando un libro vi lascia con la sensazione di aver lasciato la vostra anima tra le sue pagine? Ecco quest'anno mi è successo con parecchi libri. Okay, le letture davvero belle sono state poche, ma mi hanno devastato l'esistenza. Una di queste letture è stata Mistborn (anno partito col botto, reggere il confronto è molto difficile). Un'altra, seppur stiamo parlando di generi di fantasy diversi, riservati a target di persone diversi, è proprio la saga dell'attraversaspecchi.
In questo secondo volume della saga c'è tutto quello che io cerco in un secondo volume. Di solito a me non piacciono i secondi volumi perché risultano banali e ripetitivi, ma qui Christelle Dabos si gioca le sue carte alla grandissima. A parte un worldbuilding un po' traballante (ma almeno a 'sto giro c'è una mappa che ti aiuta un cicinin in più a capire cosa sta succedendo) ci sono due cose che mi hanno rapita: l'evoluzione dei personaggi (soprattutto di un paio di loro ehe) e la struttura della trama.
Lo stile è serrato, mi sono letta più di metà libro in un giorno solo, e non mi ricordo quand'è stata l'ultima volta che mi sono fatta una maratona di lettura così intensa per un libro di questo genere, la trama scorre via liscia partendo da alcuni appigli che erano già stati agganciati nel primo volume e che qui vengono ripresi a regola d'arte, e accanto all'evoluzione profonda e radicale che subiscono i personaggi rendono questo sequel praticamente perfetto. Ofelia finalmente sta tirando fuori il carattere, non ci sta a lasciarsi calpestare da chiunque, ha i suoi diritti e la sua dignità e non ci mette niente a farsi valere appena è in difficoltà. Thorn è disposto a venire a patti coi suoi traumi per quella animista un po' goffa che gli ha stravolto la vita, insegnandogli che anche lui può avere dei sentimenti e che può fidarsi di qualcun altro oltre a sua zia (l'unica che fino a quel momento l'ha trattato in maniera quantomeno decente e non come un bastardo buono solo a fare soldi. Ricordiamoci che sua nonna ha provato a soffocarlo quando aveva ancora pochi mesi e sua mamma l'ha abbandonato quando ha capito che lui non le sarebbe stato di alcuna utilità, quindi in quanto a traumi se la gioca bene). Ammettere che prova qualcosa per Ofelia gli è costato un bel po', e lo stesso vale per lei: non è ancora propriamente innamorata di lui (tant'è che l'ha schiaffeggiato quando ha provato a baciarla) però ha fatto un bel passo in avanti ammettendo che ha bisogno di lui e vuole stare al suo fianco. Infine, l'ultima nota di merito va ad Archibald, che è uscito da questo libro devastassimo. L'hanno rapito, l'hanno escluso dalla sua famiglia che lo dava per morto e quindi il suo potere è quantomeno limitato. E questa è una buona occasione per sviluppare ulteriormente il suo personaggio per trasformarlo in qualcosa di più rispetto al semplice essere "lascivo ed esuberante".
Finalmente ho trovato una saga per ragazzi costruita a regola d'arte e non posso fare a meno di concludere dicendo che non vedo l'ora di leggere il resto per sapere cosa succede e sapere come mai il finale è così divisivo e soprattutto cosa ne penserò io.
Nessun commento:
Posta un commento