Allora. Questo libro... questo libro è stupendo.
All'epoca in cui ho iniziato a scrivere non è ancora uscita la traduzione italiana di questo secondo volume della saga "i libri di Babel", ma mancano davvero pochi giorni. Quindi leggete la mia recensione e correte a comprare questa saga perché credo che sia una delle cose più belle che abbia letto in questi ultimi mesi, almeno dal punto di vista del fantasy (se siete pratici con l'inglese vi consiglio la versione originale, altrimenti andate a prendervelo in biblioteca, chi sa sa...)
In questo libro riprendiamo la sgangherata banda di Senlin alle prese con la gestione di una nave. Se l'evoluzione della personalità di Senlin era evidente alla fine del primo romanzo (e si intuisce comunque il percorso che ha fatto), qui questo improbabile pirata deve fare i conti con nuovi problemi. Uno di questi "problemi" è rappresentato da Edith, che sicuramente è la più esperta dei due in ambito di pirateria e spesso si ritrova a riscuotere Senlin dai suoi vaneggiamenti, lui ha ben chiaro il suo obiettivo (trovare sua moglie) e spesso si lascia trasportare dalla passione, vive nel suo mondo delle idee, spesso sembra dimenticarsi delle difficoltà che ha passato per arrivare fino a quel punto e ha bisogno di un'ancora che lo tenga coi piedi per terra.
Anche la donna ragno, Fulmala Bhata, ha dato a Senlin spunti di riflessione molto interessanti riguardo la sua vita passata e sul suo ruolo di insegnante. Questo infatti è un romanzo introspettivo in cui il protagonista costantemente si domanda se quello che sta facendo è giusto, in cui lui è in costante evoluzione, sa che ha bisogno di aiuto ma è combattuto tra questa consapevolezza e il suo orgoglio che gli suggerisce di continuare imperterrito verso la sua strada.
Purtroppo ho trovato la lettura della parte centrale piuttosto lenta, ma per un problema mio, non qualcosa di inerente alla scrittura. Tutto il viaggio allo zoo meccanico, i Giardini di Seta, deviazione che deve fare per arrivare a Pelphia, la ribellione di Adam, la fuga di Voleta, tutta questa parte l'ho trovata piuttosto pesantuccia. Però è una parte abbastanza breve (a me ci sono voluti comunque mesi per leggerla, però dettagli), quindi gli intoppi dovrebbero essere pochi. Poi, dirò delle parole forti, ma quasi quasi preferivo la versione tradotta. Lo so, spesso mi sono lamentata delle edizioni OV, ma non devo farlo per forza, e questo libro ne è la riprova. Un po' sarà che sono stanca morta e col caldo il mio cervello lavora molto più lentamente, però ho trovato molto faticosa la lettura.
Un'altra cosa che non mi ha fatta impazzire è il fatto che i pov vengono spezzettati, soprattutto da un certo punto in avanti. Quando si parla di Senlin io sono contentissima, lui è il mio personaggio preferito e infatti ho amato tutto il suo percorso anche nella libreria privata della Sfinge per recuperare il suo libro in cambio dei favori del "proprietario" della torre, ma degli altri personaggi senza offesa mi fregava poco. Ultima "pecca", ho trovato che le descrizioni, soprattutto quelle degli spostamenti da un luogo all'altro, sono un po' confuse e il fatto che nell'edizione originale in inglese non ci sia una mappa mi ha dato un po' fastidio.
Detto ciò questo rimane comunque un buon seguito, un pelino sottotono rispetto al primo volume ma comunque buono, che funziona bene soprattutto per come evolvono i personaggi e, almeno in parte, la trama
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