sabato 31 agosto 2024

“Johannes Cabal the fear institute”. Il giro di boa della saga


Johannes Cabal: The Fear Institute

 Sono passati mesi dall'ultima volta che ho parlato di Johannes Cabal, è vero, quindi mi sembrava il momento giusto di fare ammenda: ci avviciniamo dunque all'autunno imminente col terzo volume di una saga che ha il tenore giusto per celebrare la fine dell’estate nel migliore dei modi. Perché sì, i primi temporali, i felponi e persino le prime nebbie vanno festeggiate in grande stile.

Questo è sicuramente il libro più cupo dei tre che ho letto.

A ‘sto giro Cabal si è superato. Si è superato in una quantità immensa di modi diversi, a partire dal suo sarcasmo, e i suoi accompagnatori non sono da meno. Io personalmente ho sentito tanto la mancanza di Leonie Barrow, che è uno dei miei personaggi preferiti, ma spero di ritrovarla presto.

L'autore ha chiamato il libro "Johannes Cabal: the fear institute" perché "Johannes Cabal scopre le emozioni di base e come funziona il cuore che gli batte in petto" era troppo lungo e pareva brutto.

Come per il primo volume, pure in questo caso non posso parlarne molto perché addentrandosi in questo libro si procede come in un campo minato irto di spoiler.

Però vi posso dire: ci sono divinità, Ghoul che la sanno più lunga del previsto, chiavi d'argento e altre ambientazioni che sono cicciate fuori dritte dritte da un romanzo di Lovecraft. E quindi questo romanzo funziona come promemoria per me che devo leggere ancora tutto ciò che è stato scritto da Lovecraft.

E poi quel finale... per carità del Signore gli ultimi due capitoli sono adrenalina pura. Il finale è un calcio nel sedere verso il quarto volume della saga, e cosa posso fare io se non fiondarmi dritta filata a leggere il quarto volume?

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