giovedì 12 settembre 2024

"The brothers Cabal" AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA


Grande festa alla corte di Francia

Oggi si celebra una ricorrenza importante. OGGI HO TROVATO IL MIO LIBRO PREFERITO DELLA SAGA DI JOHANNES CABAL. E per celebrare questa data ho deciso di farci una recensione meme.




Orsù dunque, cos'è che mi ha fatta tanto impazzire per questo quarto (e attualmente penultimo) volume di quella che ormai reputo una delle mie saghe preferite?

Innanzitutto Johannes. Da quando ha riacquisito la sua anima fa scintille, il suo personaggio è cresciuto parecchio ma non ha perso la sua verve, la sua cera e il suo senso dell'umorismo. Senso dell'umorismo che a sto giro stava carico a molla dal momento che aveva qualcuno a reggergli il gioco. E questo qualcuno è Horst.

Le loro interazioni mi erano mancate come l'aria, la bontà d'animo genuina (e a volte anche un po' "sottona") del maggiore dei fratelli Cabal mi ha scaldato il cuore, così come il fatto che spesso durante il libro si ponga dei dilemmi morali anche su delle scemenze (del tipo "tizio mi ha guardato storto... oddio ho detto qualcosa di male?") fino alle cose più serie ("ho ucciso un uomo, sono un essere riprovevole fanno bene a odiarmi tutti") tant'è che Johannes, che di "male" se ne intende glielo deve dire dritto per dritto: tu sei una brava persona, non potresti fare del male nemmeno volendo e anche le azioni moralmente dubbie che hai fatto le hai fatte per un bene superiore. La facilità con qui questi due passano dal farmi ridere al farmi commuovere è sconcertante.


La villain di questo libro, poi, la Red Queen, è stata una bella rivelazione. Sono stata piacevolmente sorpresa da com'è stata costruita, dalla sua eleganza (intesa proprio a livello di carattere e di portamento) alternata alla sua bastardaggine. Tant'è vero che persino Johannes, nonostante provi a convincere sé stesso e gli altri del contrario, la teme e la riverisce, a modo suo.

La presenza femminile, in generale della Dee Society e in particolare di Alisha, è stata un altro toccasana: lei e Horst si sono fatti del bene a vicenda, e il fatto che Johannes stesso se ne sia accorto semplicemente dal tono di voce del fratello quando ne parlava dice tanto.

Sempre parlando della presenza femminile, io sto sentendo parecchio la mancanza di Leonie Barrow, fino al secondo libro speravo che sarebbe stata presente anche nei successivi per continuare a bastonare moralmente Johannes, forte del potere che sa di avere su di lui dalla fine del primo romanzo, per spronarlo ulteriormente a una crescita personale. Anche perché, visto come si erano lasciati alla fine del secondo libro, di conti in sospeso ne avevano ancora e ne avevano parecchi.

Altra, forse ultima, nota positiva di questa storia è stato il pretesto di trama. E da qui in avanti vi devo chiedere perdono per lo spoiler ma è necessario. Temevo che la resurrezione di Horst, morto alla fine del primo volume, sarebbe stata forzata, ma man mano che la storia procedeva e i vari nodi venivano al pettine ho constatato con piacere che non è stato così. Ogni cosa ha senso così com'è, così il mio cuore e la mia mente sono entrambi in pace.

Questa saga funziona estremamente bene perché ogni libro aggiunge un pezzetto alla storia: nel primo si introducono i personaggi, nel secondo si amplia il worldbuilding, nel terzo si aggiunge una fortissima componente fantasy attinta a piene mani da Lovecraft e qui si inseriscono temi geopolitici ed etici che danno un approfondimento sia sul mondo in cui è ambientata che sui personaggi, donando a entrambi una sfaccettatura realistica che manda il lettore fuori di testa. Il tutto, ovviamente, contornato dalla solita ironia molto "British" che rende la lettura molto scorrevole e a tratti leggera, non troppo pesante.

Sul finale ci sono descrizioni che ho trovato a mio personalissimo parere un pelino troppo prolisse, però quel finale... quel finale! Il doppio epilogo mi ha stroncata con una forza pazzesca, mi ha lasciata con la voglia di leggere il finale di questa saga.

Che il finale sia davvero il finale? Non si sa, ma in ogni caso il titolo non lascia sperare in un epilogo felice. Fatto sta che io ora mi ritiro nel mio anfratto oscuro a osservare i gentili lettori. Io vi vedo e vi giudico (male) se non leggete questa storia.

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