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domenica 19 gennaio 2025

"MoonScythe: la freccia"

 

Ho lasciato macerare per bene questo libro per essere sicura di riuscire a dire per bene tutto quello che volevo esprimere.

MoonScythe è un romanzo di Simona Lazzaro, un romanzo che come mio solito ho comprato a scatola chiusa per poter apprezzare meglio la storia senza farmi influenzare da eventuali recensioni o tropi che so che mi piacciono.

La trama segue le vicende di vari personaggi, e qui iniziano subito le cose che a me sono piaciute: lo stile regge bene i cambi di pov, le età, il genere e le estrazioni sociali diverse dei personaggi, destreggiandosi bene anche in tempi e luoghi diversi. In alcuni punti è stato a mio parere un po' troppo affrettato (e sto parlando soprattutto del punto di vista di Rory), però tutto sommato il romanzo ha colto perfettamente nel segno.

Dicevo, quindi: la trama segue lo sviluppo di vari personaggi, in linee temporali diverse. Potrebbero esserci spoiler nella mia ricostruzione, la sensibilità del lettore è avvertita: se non vi piace che riveli le "sorprese" che potrebbero rovinare la lettura allora chiudete subito, sappiate che questo è uno dei fantasy migliori che mi sia mai capitato di leggere e mi sono fatta una maratona di lettura durata un paio di giorni.

Se invece il libro l'hai già letto oppure vuoi leggere una ricostruzione il più accurata possibile per capire se questo romanzo fa per te oppure no, benvenuto.

MoonScythe si snoda attraverso diverse storie, che ruotano tutte intorno a un personaggio, MoonScythe, appunto, che solo nel finale si scopre essere Rory, il personaggio che vediamo per la prima volta da bambina e che vediamo crescere nel corso del romanzo. Il personaggio di Rory, come ho detto già prima, è stato un pov piuttosto complesso da digerire. La sua storia è affrettata sotto certi punti di vista, si volevano eludere delle informazioni per rendere più efficace il colpo di scena (che di per sé è stata anche una mossa riuscita), ma verso il finale inizia ad essere un po' il segreto di Pulcinella. Allo stesso tempo però è uno di quei pov di cui capisci la vera "utilità" ai fini della trama solo nel finale, per ovvi motivi. Perché se è vero che la parte della sua infanzia fino a quando diventa una giovane donna presenta degli enormi "buchi" temporali, allo stesso tempo, complice anche il fatto che la narrazione è frammentata e segue le vicende di altri personaggi, è vero anche che le informazioni sono talmente tanto centellinate da mantenere la curiosità alta e sbocciare nel finale in cui le storie iniziano a incrociarsi, i tasselli vanno a posto e la storia di Donovan e del suo diario, lasciato in eredità alla figlia, inizia ad avere senso. È un ragionamento contorto, me ne rendo conto, e spero che abbia senso: se così non fosse sono disposta a fare tutti i chiarimenti del caso, resta il fatto che quello di Rory è stato uno dei miei pov preferiti proprio per questa sua costruzione particolare.

Da quel punto di vista, la trama che adesso mi lascia più incuriosita è quella di Aconito, il suo arco di corruzione e come le sue vicende si intrecceranno a quelle di tutti gli altri personaggi. Si inizia a intravedere un senso anche nel suo "cammino", ma lei è la più isolata sia geograficamente che temporalmente, e non vedo l'ora di leggere il seguito anche per leggere lo scontro tra lei e Rory che so già avverrà.

Oltre a quello di Rory, l'altro pov che mi è piaciuto tantissimo leggere è stato quello di Donovan. Un po' scontato, forse, ma è stato una bellissima sorpresa: a me i diari non piacciono spesso li trovo la cosa più forzata che esista, se non sai giustificare la scrittura del diario in maniera più che plausibile e soprattutto se non sai scrivere i tuoi personaggi, ma dal momento in cui la personalità di Donovan è solida nella sua fragilità di essere umano e nel momento in cui la narrazione è intervallata in altri modi, la lettura risulta più che piacevole.

Aconito dal canto suo ha del potenziale e non vedo l'ora che venga sfruttato. La sua trasformazione è graduale e talmente sottile da farti voltare indietro, una volta a fine libro e farti rendere conto dell'evoluzione che ha subito. Già dal suo nome, preso da un fiore che può essere allo stesso tempo curativo e velenoso, si può intuire quale sarà il proseguimento della sua storia, ma fa comunque "piacere" lasciarsi trasportare dal flusso della narrazione.

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