Nella sua semplicità disarmante, è riuscito a tenermi incollata alle pagine, tant'è che l'ho letto in pochissimi giorni.
Febbraio per me è un mese strano. Innanzitutto è corto, quindi i giorni scappano via tra faccende varie senza che ce ne accorgiamo. Poi, per qualche strana congiunzione astrale, tutti gli impegni si concentrano in questo a febbraio, quindi il tempo per leggere è talmente poco che anche quando c'è si è troppo stanchi per concentrarsi.
Però questo "The troop" è stato una bella sorpresa. Non so dire se è stata l'ambientazione (un'isola deserta in cui un gruppo di adolescenti è in campeggio) a me affine, lo stile ottimo, che rende la sfaccettatura dei personaggi e gli elementi ansiogeni dettati dall'elemento horror o l'elemento horror stesso (una specie di tenia gigante che divora dall'interno gli organismi ospitanti, eliminando fisicamente uno a uno tutti gli "abitanti" dell'isola), fatto sta che mi sono trovata parecchio a mio agio con la narrazione, che scorreva via veloce.
La cosa che secondo me funziona meglio è la struttura della storia, divisa in tre parti in base a dei macro argomenti. Nella prima sezione si imposta l'ambientazione isolana, semplice ma solida; nella seconda si approfondisce il personaggio dell'estraneo, un uomo magro, talmente magro che si vedono le ossa, che prega Tim (caposcout dei ragazzi e medico di una piccola città) di curarlo, fino ad arrivare a una sezione in cui pazzia e lucidità si mescolano talmente bene che il lettore non sa più a cosa credere. Non si fida più dei suoi stessi occhi, come se fosse lui stesso a trovarsi su quell'isola insieme ai ragazzi. È un vortice discendente in una spirale di pazzia fatta di sangue, fame e visioni difficili da interpretare.
Senza fare troppi spoiler, il finale l'ho interpretato come la chiusura di un cerchio, che allo stesso tempo costituisce un'apertura verso un ciclo che di questo passo è potenzialmente infinito. L'isola costituisce un richiamo troppo forte per chi ci è stato ed è stato infettato dal "verme", non può starci troppo lontano.
In sintesi sono molto grata di averlo letto, e consiglio a tutti gli amanti del genere di darci una chance.
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