Questo è stato indubbiamente uno dei libri più pesanti e complessi (dal punto di vista strutturale più che stilistico) che mi sia capitato di leggere in vita mia. Ci ho messo mesi a finirlo, non perché fosse brutto ma perché Sanderson ci mette il suo tempo per descrivere al lettore ogni minimo dettaglio del mondo in cui ha ambientato la storia, ed essendo questo il primo di cinque (per ora) volumi le basi da impostare erano parecchie.
Ormai quando recensisco un libro di Sanderson ho paura di risultare quasi ripetitiva, quindi non attaccherò il solito pippone sui personaggi, sul worldbuilding e sul sistema magico (anche perché col fatto che questo fosse solo il primo romanzo della saga non sono sicura di aver capito tutto perfettamente e ho come il sospetto che Sanderson abbia ancora molte cose da spiegarmi). Per vedere quanto amo questi elementi dei suoi romanzi potete leggervi le altre recensioni che ho scritto e che trovate nella pagina dedicata.
L'unica cosa che mi sento di dire è che mi aspettavo peggio (giù i forconi, mo' mi spiego meglio). Questo è un libro di più di 1100 pagine. Di cui mi avevano parlato come di un libro "devastante" che mi avrebbe "fatta piangere anche l'acqua del battesimo", invece ne sono uscita tutto sommato illesa. O meglio, ci sono dei micro colpi di scena per cui ti ritrovi a voler mettere le mani addosso a qualcuno (possibilmente a quella merda umana di Amram), ma la lettura da quel punto di vista procede abbastanza tranquilla. Un po' pesantina perché stiamo pur sempre parlando di un libro di più di 1100 pagine, ma comunque tranquilla per quanto riguarda la trama. Da quel punto di vista, per quanto mi riguarda, Mistborn è stato più tosto (mamma mia che danni morali che ho subito leggendo quella saga...).
Ed è proprio questo a spaventarmi. Sanderson mi ha abituata al metodo "bastone e carota". Per adesso, nel mare di depressione che è "la via dei re", tutto sommato mi sono state date tante piccole carotine, dei motivi per cui essere tutto sommato felici. Certo, ci sono state alcune bastonate, ma niente di irreparabile. Io aspetto quella bastonata per cui inizierò a rimpiangere malamente di aver iniziato a leggere questa saga.
Rimane il fatto che Sanderson sa bilanciare molto bene la narrazione e se in alcuni tratti sembra rallentare è perché si ta preparando il caricone di colpi di scena. Quindi godetevi i momenti di calma perché vuol dire che la tempesta si sta ammassando all'orizzonte, anche se voi non la vedete.
Il mio pov preferito per adesso è quello di Kaladin: ci sono più cose da raccontare, la trama è più accattivante e i flashback distruggono l'anima. Ma devo dire che sul finale anche Shallan si difende bene. Essendo quella più distante dal fulcro degli avvenimenti, la sua storia sembra molto lenta, a tratti quasi noiosa, ma poi sul finale si viene colpiti da almeno due o tre colpi di scena di fila che dànno parecchio da pensare.
Per adesso comunque rimango con la curiosità di andare avanti a leggere gli archivi della folgoluce (Giorgi, mannaggia a te, un lavoro dovevi fare e l'hai fatto male, ma non aprirò la parentesi "traduzione" adesso perché direi cose poco carine), ma credo proprio che mi prenderò una pausa da Sanderson, se non per finire "the shadows of self", per rimuginare meglio su quello che ho letto.
Nessun commento:
Posta un commento