Recensione onesta che adesso arriva, quindi allacciamoci le cinture e cominciamo.
La storia prende il via in una notte del 1840, quando due losche figure femminili si incontrano con un certo signor Otkins, un orologiaio che ha perso la moglie e ne sente profondamente la mancanza. Otkins interagisce principalmente con una delle due donne, consegnandole un ingranaggio di orologio e due pendolini. In cambio di questi oggetti, gli è stata promessa la vita eterna, ma riuscirà a godersela senza la donna che ha amato?
Su richiesta della donna, l'uomo entra nella torre dell'orologio passando per la porta sul retro del castello e inserisce l'ingranaggio al suo posto. All'interno del castello, nel frattempo, Rosemary Countercry sta partorendo la sua prima figlia, a cui viene dato nome Elizabeth, e il parto va bene. Ma a mezzanotte l'orologio, che è rotto da tempo e nessuno è mai riuscito a riparare, batte i suoi rintocchi. E Rosemary scompare. Anni dopo, e riassumo per doveri di spazio e tempo, Elizabeth, ormai cresciuta, entra in società e conosce Alfred Soutersby, un Duca affascinante che ben presto diventerà suo marito. Ma quando arriva il momento di partorire le figlie gemelle che anni dopo i due hanno insieme, Rose, una delle due bimbe, sparisce nel nulla com'era stato per Rosemary anni prima. E com'era stato per Rosemary anni prima, nel momento in cui la bambina sparisce l'orologio suona. La storia poi si sviluppa seguendo le vicende di Bel Ercry una restauratrice e guida di museo che negli anni '70 viene chiamata nel castello della famiglia Countercry, ormai decaduta (e il mio riassunto si ferma qui per evitare di fare spoiler).
"Gemelle nel tempo" è il romanzo d'esordio di Marilena Mazzilli, che sviluppa in maniera egregia un'idea molto interessante. Da fan dei mattoni avrei preferito che ci fossero delle spiegazioni in più riguardo al funzionamento del sistema magico, in particolare per quanto riguarda il materiale con cui sono stati fatti i due pendoli e l'ingranaggio che vengono mostrati nel prologo (per ammissione degli stessi personaggi coinvolti il materiale è apposito per garantire gli sviluppi che vengono messi in scena nel corso del romanzo). Inoltre ho trovato che, complice anche l'inesperienza, spesso venga fatto un po' di info dumping, l'eccessiva descrizione di dettagli che potrebbero essere evitati (l'espressione, il colore e il taglio di capelli, il colore degli occhi e la postura di ogni singolo personaggio), ma d'altra parte, ad eccezione di qualche refuso che ho trovato (ma sono giusto un paio, un trent'enne e un altra scritto senza apostrofo), lo stile regge bene il ritmo della storia e non è mai pesante, sostiene bene i colpi di scena e soprattutto le ambientazioni (voi non capite quanto le ho amate, se mi si parla di castelli, nebbia e brughiera io parto per la tangente).
Questo secondo me è un perfetto romanzo soprattutto per un pubblico più giovane, per approcciarsi al genere e non vedo l'ora di seguire l'autrice in altre avventure (e sicuramente inizierò a recuperarmi gli altri romanzi del ciclo che sono stati pubblicati e dedicati ad altri castelli).
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